Con l'acronimo I.P.O. - che proviene dalla terminologia anglosassone “Initial Pubblic Offer” – intendiamo indicare quelle tecniche e quelle normative necessarie a portare alla quotazione: azioni di nuova emissione su di un mercato regolamentato.

Riassumere in pochi paragrafi le diverse normative preposte a garantire l'efficacia di questa complessa procedura, difficilmente potrebbe risultare esaustivo; i cenni di seguito indicati tendono semplicemente a fornire il quadro generale di un sistema economico-finanziario che in una sua corretta applicazione ha consentito lo sviluppo dei maggiori paesi industrializzati del mondo, ma che può funzionare solo sulla base di regole certe, debitamente fatte rispettare dalle preposte autorità di vigilanza.

I presupposti economici-finanziari di tale complessa operazione sono da ricercarsi nella scelta dei singoli Imprenditori, finalizzata a reperire i mezzi finanziari necessari allo sviluppo aziendale sul mercato del risparmio o degli Investitori istituzionali.

Sono molteplici i requisiti che vengono richiesti ad una società che intenda quotare le proprie azioni su di un mercato regolamentato e sono attinenti sia all' emittente sia alle azioni quotande .

Il regolamento della Borsa (art. 2.2.1) elenca le condizioni essenziali per accedere alla quotazione sul mercato, le prime due riguardano la pubblicazione ed il deposito dei bilanci debitamente certificati, la terza, non meno importante, attiene alle effettive capacità dell' emittente di generare ricavi in piena autonomia della gestione.

La normativa vigente prevede, al fine di offrire maggiori garanzie di stabilità economico-finanziaria agli Investitori della quotanda Azienda, che quest'ultima abbia provveduto a depositare i bilanci certificati degli ultimi tre esercizi contabili, conformemente a quanto sancito dalla nostra normativa, inoltre secondo le modalità di cui all'art.156 del Testo-unico della finanza almeno l'ultimo dei bilanci prospettati dovrà essere correlato del giudizio di merito della società di revisione, quale certificatore dei valori espressi.

Appare complesso in questa sede entrare nel merito del concetto di attività capace di generare ricavi o valutare la nozione di autonomia gestionale, ma bisogna ricordare che l'art.2.2.1, 6° comma del regolamento della Borsa, applicato sotto il controllo della CONSOB, sostiene che detta autonomia si può apprezzare quando: “non vi siano ostacoli alla massimizzazione degli obiettivi economico-finanziari propri dell'emittente”; lasciamo altresì agli Investitori, ai finanzieri od ai loro analisti le valutazioni sulle capacità di generare ricavi di una società prossima alla quotazione su di un mercato regolamentato, ma verifichiamo quali siano i principali requisiti che le azioni devono avere per essere ammesse alla quotazione:

• capitalizzazione di mercato prevedibile in oltre 5 milioni di euro (1)

• sufficiente diffusione del cosiddetto flottante, la cui percentuale può subire una serie di deroghe in relazione a specifiche esigenze, sottoposte peraltro a precise autorizzazioni.

• le azioni devono essere immesse nel servizio della gestione accentrata, ricordiamo che la forma di questa gestione è per sua stessa natura dematerializzata .

La normativa prevede una serie di deroghe che vanno valutate e predisposte per le relative autorizzazioni, secondo gli obiettivi che la quotanda azienda intenda perseguire.

(1) Appare importante sottolineare che nelle quotazioni rilevate negli ultimi anni non si siano evidenziate emissioni azionarie al minimo della capitalizzazione richiesta.

Possiamo evidenziare nel mercato borsistico italiano tre fasce o segmenti: le “Blue chips”, azioni ad alta capitalizzazione e largo flottante; il segmento titoli con alti requisiti, definito “Star” ed un ultimo segmento definito “Altri titoli” .

La quotazione al segmento Star offre a molte aziende italiane a capitalizzazione medio-piccola una concreta possibilità di crescita; il sistema produttivo nazionale si basa difatti sul sistema della P.M.I. che può trovare nell'accesso ad un mercato regolamentato il supporto finanziario per un reale sviluppo.

Naturalmente le aziende che al momento della domanda di ammissione al mercato borsistico richiedessero per le proprie azioni, la qualifica di Star dovranno soddisfare talune specifiche condizioni normative attinenti al flottante, al sostegno “liquidità” da parte di un intermediario specializzato ed alla corporate governance .

Del resto le riflessioni sulla corporate governance per una società quotata su di un mercato regolamentato sono molteplici, i giuristi d'impresa hanno scritto molto su questo complesso argomento, partendo dal Codice di autodisciplina sulla materia, recentemente rivisto dalla Borsa Italiana S.p.A. che attualmente consta di 14 articoli ed in alcuni passaggi trae spunto da sistemi giuridici e da esperienze di provenienza anglosassone.

Per accompagnare un'azienda dalla fase di pre-impostazione dell'operazione, alla domanda di ammissione sino all'effettiva quotazione sul mercato della Borsa italiana, bisognerà correlare con grande attenzione le scelte economico-finanziarie con le normative giuridiche, in quanto la corretta applicazione delle norme che regolamentano il mercato andranno ad acquisire per gli Investitori un aspetto sostanziale.

Parafrasando un concetto tipicamente anglosassone: “Appare basilare conoscere i limiti del campo di gioco, avere certezza delle regole sul campo e la consapevolezza che tutti i players si uniformino a queste ultime”.

 

Francesca Verna

 

Avvocato

 


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